Friday 17 January 2014

NELL' ANNO DEL BRUCO (2005)





 Nucleo tematico del progetto è il ciclo vitale che si compie attraverso una continua Metamorfosi, di cui il Bruco è emblema per eccellenza. Tale processo, metafora di una crescita esistenziale e spirituale, si sviluppa per fasi successive (che costituiscono i centri nevralgici del sistema pensiero umano). Le tappe di questo percorso, attraverso un articolato processo di traslazione metaforica, danno vita ad un complesso sistema simbolico, fitto di rimandi interni e capace di generare diversi livelli di lettura.
Forma-Simbolo introduttiva è la Ruota, ovvero il Mulino di Preghiera (Manichorkor): un invito al raccoglimento, un invito ad entrare. Un diretto richiamo alla pratica tantrica, in cui la ripetitività del motivo sonoro e visivo (la traccia musicale delle dime di antichi organetti) evoca la ripetitività dei Mantra.
Prima fase del ciclo è la Nascita, momento e luogo di partenza; ad essa l'artista allude attraverso le generose forme della Pacha Mama e altri simboli generativi.
l'inizio del percorso della vita è vissuto come un momento di incubazione, di lenta maturazione e preparazione. A questa condizione esistenziale transeunte allude tanto la Maschera, emblema di un'identità provvisoria, quanto il Bruco, simbolo di una condizione momentanea transitoria che sottintende la realtà potenziale della farfalla.
Si giunge quindi alla Catarsi : il desiderio di trasformazione e di apertura, attraverso la liberazione da una situazione di clausura, produce il passaggio alla vita adulta. Questo momento è rappresentato da simboli quali la Crisalide, la Gabbia (aperta) e il Labirinto (camuno), alludenti ad una condizione di coercizione da cui è, sebbene faticosamente, necessario sottrarsi.
E segue la fase del distacco attraverso il Volo, supremo atto liberatorio. 
Infine il Sogno, momento di sublimazione durante il quale il processo di rigenerazione individuale tende spontaneamente a trovare completamento nell'unione erotica. Quest'ultima fase segna il ritorno a una dimensione metafisica chiudendo in sé il ciclo.
La versatilità nell'uso delle tecniche e dei materiali è dimostrata dalla presenza in mostra di opere eterogenee: dipinti su supporti di recupero come le tele in canapa delle FFSS o la iuta; sculture lignee (radici e tronchi d'albero abbattuti dal tempo), o realizzate con prodotti siliconici e resine; terre cotte decorate con verde rame; lampade oggetti di design ed installazioni, tutti creati con un largo ricorso a materiali poveri e di recupero.


Testo di Arianna Borroni



























OBSERVA INTERNA











































































































































































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 Grazie di cuore ad Arianna, Simone, Alice, Nanni e Paolo,
per avermi aiutato a prendere la rincorsa.

TT 







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