Attraverso il piano prospettico offerto dallo spazio espositivo di
Dabass Milano, i soggetti allegorici appositamente realizzati per
questa installazione prendono parte alla rappresentazione scenica di un
ambiente sotterraneo, lasciando che l'osservatore possa riconoscere,
attraverso il limite di uno schermo, alcune misteriose dinamiche visive
senza poterne verificare l'autenticità.
In quest'opera è possibile scorgere una figura retorica del progresso contemporaneo esasperato dall'iper-tecnologia.
Lo
scenario è quello di un devastante divario digitale, dove il corpo
biologico (sia esso animale, vegetale o in generale ambientale),
soggiogato dalla prospettiva illusoria di una realtà distopica, è
inconsapevolmente costretto a subire la progressiva riduzione delle
proprie funzioni vitali (et sociali), fino al punto di essere sostituito
da circuiti, prima bionici e poi cibernetici, generati da
un'intelligenza artificiale ovviamente alessitimica .
CAVA MUTA è un'intima rievocazione del mito della Caverna di Platone.
Through the visual perspective offered by the exhibition space at Dabass restaurant, the allegorical subjects created for this site-specific installation take part in the representation of an underground environment.
The horizontal screen through which the installation is seen allows the observer to perceive mysterious visual dynamics but prevent him/her to verify their authenticity. This work of art shows a rhetorical figure of contemporary progress exasperated by hyper-technology. The scenario is a devastating digital divide, where the biological body (be it animal, or plant, or naturalistic in general), subjugated by the illusory perspective of a dystopian reality, is unknowingly forced to undergo a progressive deprivation of its vital (social) functions, to the point of being substituted first by bionic and then cybernetic circuits, generated by an artificial, unempathic intelligence.
CAVA MUTA is an intimate re-enactment of Plato's allegory of the Cave.